PIERANGELO BERTOLI
di Giuseppe DE GRASSI
( da " Mille papaveri rossi " - ed. FuoriTHEMA )
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Sempre dalla rossa Emilia proviene Pierangelo Bertoli, uno tra i più arrabbiati. «L'immediatezza dei messaggi e la sincerità dell'ispirazione sono la peculiarità delle sue composizioni; la denuncia sociale, ora più meditata ora più aggressiva, connota il suo modo di raccontare l'uomo e il tempo in cui vive. Non ci sono coinvolgimenti nel consumismo del mercato, ma semmai una rabbia autentica certo non più attuale nel dilagante qualunquismo, ma frutto anche della maggiore sensibilità che egli ha come portatore di handicap» (Baldazzi, Clarotti, Rocco, op. cit.).
Bertoli canta senza peli sulla lingua, il suo stato fisico gli impedisce a lungo l'accesso alla tv di Stato, i suoi versi sono spesso enfatici e retorici, ma si intuisce una ruspante genuinità che lo fa diventare uno dei cult singer della nostra canzone, spaziando a muso duro dall'ecologia all'anticlericalismo, all'aborto, alle mutazioni politiche del decennio.
E l'acqua si riempie di schiuma il cielo di fumi la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi uccelli che volano a stento malati di morte il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte... Eppure il vento soffia ancora spruzza l'acqua alle navi sulla prora e sussurra canzoni tra le fogli bacia i fiori, li bacia e non li coglie... (EPPURE SOFFIA)
Sull'altare c'è una Madonna nera ma è la mano del minatore bianco che ha firmato cambiali alla fede di un mondo sulla pelle di un popolo già stanco stanco marcio di chiese e di profeti da una parte e dall'altra tutti uguali perché a stare in trincea sono gli uomini normali non i capi di Stato o i generali... Come posso tesoro tenerti sul cuore se stanotte a Varsavia si muore. (VARSAVIA)
Adesso quando i medici di turno rifiuteranno d'esserti d'aiuto perché venne un polacco ad insegnargli che è più cristiano imporsi col rifiuto pretenderanno che ritorni indietro e ti costringeranno a partorire per poi chiamarlo figlio della colpa e tu Maddalena da pentire. Credo che in certi momenti il cervello non sa più pensare e corre in rifugi da pazzi e non vuole tornare poi cado coi piedi per terra e scoppiano folgori e tuono non credo alla vita pacifica non credo al perdono... (CERTI MOMENTI)
Questo accorto mixage di indignazione e populismo, di enfasi e poesia popolana fa indubbiamente di Bertoli uno dei personaggi più singolari e più in sintonia con le antiche ballate contadine e anarchiche della nostra epoca. Se molta canzone politicizzata di oggi ci può apparire falsa e furbamente istigata, quella di Bertoli possiede invece tutti i connotati dell'estrazione contadina del protagonista. I suoi obiettivi sono i soliti: i bugiardi, i disonesti, i ladri, i moralisti. La sua voce è quella di una terra che, fra le prime, ha acquisito una coscienza politica. Probabilmente, se non inserite nei circuiti commerciali, le canzoni di Bertoli sarebbero state ugualmente diffuse in maniera orale o in una delle tante collane di canzone politica. Quasi quasi ci piace pensare al cantautore di Sassuolo come ad un degno erede della tradizione dei Gori e degli Spartacus Picenus. E se proprio vogliamo trovare un manifesto della sua poetica, questo altri non può essere che:
A MUSO DURO
di Pierangelo BERTOLI
E adesso che farò, non so che dire e ho freddo come quando ero solo . Ho sempre scritto i versi con la penna … non ordini precisi di lavoro … Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani e quelli che rubavano un salario, e i falsi che si fanno una carriera con certe prestazioni fuori orario.
Canterò le mie canzoni per le strada ed affronterò la vita a muso duro un guerriero senza patria e senza spada con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro .
Ho speso quattro secoli di vita e ho fatto mille viaggi nei deserti perché volevo dire ciò che penso e volevo andare avanti a occhi aperti … ! Adesso dovrei fare le canzoni con i dosaggi esatti degli esperti … magari poi vestirmi come un fesso per fare il deficiente nei concerti .
Canterò le mie canzoni per le strada ed affronterò la vita a muso duro un guerriero senza patria e senza spada con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro .
Non so se sono stato mai poeta e non mi importa niente di saperlo riempirò i bicchieri del mio vino … non so com’ è … però vi invito a berlo … E le masturbazioni cerebrali le lascio a chi è maturo al punto giusto le mie canzoni voglio raccontarle a chi sa masturbarsi per il gusto .
Canterò le mie canzoni per le strada ed affronterò la vita a muso duro un guerriero senza patria e senza spada con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro .
Non so se avrò gli amici a farmi il coro o se avrò soltanto volti sconosciuti: canterò le mie canzoni a tutti loro e alla fine della strada potrò dire che i miei giorni li ho vissuti.
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