CIARLATANI  A  TORINO

 

di Anonimo, del 1887

 

 

 

 

Molti sono coloro che intrapresero a narrare le grandezze e le miserie dei cosiddetti ciarlatani. Ma tutti sbagliarono strada , perché o vollero troppo poetizzare qualche personaggio del loro racconto, oppure, ricamando su vecchia tesi, descrissero i ciarlatani come tanti scioperati, viziosi ed anche peggio.

Ebbene, la verità si è che questi poveri esseri non meritano né la lode degli uni né lo spregio degli altri, e chi leggerà potrà convincersi ch’ io m’ appongo al vero.

 

Perché una persona intelligente e svelta si fa ciarlatano ? Non esito a rispondere: per forza. Quelli che rideranno sentendo ch’ io do la patente di intelligenza ai ciarlatani, li prego di fermarsi ad udire i loro discorsi, la scioltezza e la facilità con cui sviluppano le loro idee, e notare la costante applicazione onde trovare  nuovi argomenti per destare il riso nei loro uditori.

Certamente delle cantonate ne prendono e molte: ma è loro colpa se non ebbero in gioventù quella istruzione di cui sono privi forse i loro denigratori ? Eppoi qual’ è l’autore che non sbaglia ?

Un filosofo francese niente meno che membro dell’Accademia, scrisse che vide i gamberi rosseggiare le acque di un ruscello?!!!

 

Si fa il ciarlatano perché figlio di ciarlatani, perché senza professione, perché senza lavoro, perché lavorando anche dodici ore del giorno non si guadagna tanto pane da sfamare la propria famiglia, perché in certe stagioni per talune professioni non havvi lavoro: e la persona che vince la vergogna d’ esporsi in pubblico per le prime volte, finisce con l’ indifferenza, perché tocca con mano esser meglio arrossire che impallidire, come mi disse un ciarlatano, cioè vale meglio esser bersaglio delle beffe degli ignoranti piuttosto di marcire e soffrire continuamente la fame.

 

Per il derelitto senza mezzi, senza lavoro, senza appoggi, qual via gli è dischiusa dalla società per guadagnarsi quel famoso pane quotidiano indispensabile per campare? E se inoltre il meschino si trova affetto da infermità non apparenti come ernie, miopia, oftalmia, ecc. ecc. che cosa  dovrà fare ? I tranquilli, i ben pasciuti, coloro che alzandosi la mattina trovano già la colazione pronta e che sanno dove la sera poseranno il capo risponderanno che non mancano altri mezzi: ma se quei signori, per circostanze incredibili ma pur possibilissime, si trovassero un giorno nella situazione dei ciarlatani, non avrebbero altre vie che il Ricovero o il suicidio, perché della lotta per la vita non ne conoscono neppure il principio.

 

Ma si farà osservare che il miope, l’ affetto da ernia o da malattia oftalmica non può fare il ciarlatano e questo è vero per coloro che fanno giochi di destrezza, ma non per gli altri, ch’ io includo nella stessa categoria, e cioè i banditori di merce avariata o scadente, coloro che fanno incanto di orologi e coperte, i pseudo professori cavadenti, venditori di pomata di grasso di marmotta, gli americani fabbricanti di forbici calamitate, ecc. ecc., tutti ciarlatani, perché delle ciarle ne fanno quasi tante come gli avvocati, i deputati e specialmente come i giornalisti, ch’ io volentieri metterei nell’ istesso sacco se esercitassero la loro professione a Porta Palazzo.

 

Le feste, principalmente la mattina, a ponente della piazza Emanuele Filiberto, si odono squilli di tromba, musiche orribili, schiamazzi indiavolati, ecc. Questo frastuono è fatto da ciarlatani.

 

Il più alto locato dei quali è un cavadenti, talvolta anche femmina.

Dall’ alto della vettura imbonisce il pubblico sull’ efficacia del suo elisire odontalgico, sui diplomi ottenuti a Vattelapesca, e conclude invariabilmente col ritornello:             “ Compratelo, compratelo, per poco ve lo do “. Due o tre compari ( saraf ) che trovansi nella folla urtano, si spingono avanti, e, quasi prendessero d’ assalto la vettura, comprano il portentoso liquore, si frammischiano alla folla decantando le meravigliose guarigioni ottenute su di loro, o su conoscenti, parenti, ecc. Allora gli ingenui si fanno avanti anch’ essi, e, timidamente ,sporgono la loro pezza da 1 franco, ricevendo in cambio una bottiglietta contenente un inoffensivo calmante.

Quando la vendita si rallenta, ad un segnale, tre o quattro musicanti sfiatati cominciano uno sconcerto invariabile, al cessar del quale vedremo miracoli da far strabiliare l’ universo. Per provare l’ abilità sua, dopo un discorso intercalato sovente da questa frase: “ Altro è parlar di morte, altro è morire , il cavadenti si benda gli occhi, impugna una sciabola e con questa estrae un dente cariato ad un finto ammalato. Ma, oh sorpresa !, le proporzioni della radice di questo dente sono mastodontiche. Mi pare che questa prova sia decisiva!

Ma oibò, ne riserva ben altre il ciarlatano! Si vada in casa sua, nel suo gabinetto, là si vedrà; intanto getta manate de’ suoi manifestini, ove trovansi tutti i titoli, qualità e prezzi de’ suoi farmaci. Potrebbe, dice lui, esonerarsi dall’ esporli al pubblico, ma viene in piazza solo per farsi réclame!!!

 

Un uomo piccolo, tarchiato, ma male in gambe, comincia la sua rappresentazione con queste parole: “ Oh Italia, Italia! “.

Veramente questo non sarebbe il tipo del ciarlatano, ma, siccome alle volte fa anche il burattinaio, così, senza offendere la sua suscettibilità lo mettiamo in seconda fila.

Uno, due, tre: le palline nelle sue agili dita spariscono, ritornano, si moltiplicano,      s’ ingrossano e si frazionano a volontà.

Ma attenti. Passa ad un altro giuoco. Co, co, co, co, dè. E’ la gallina magica che fa le uova a volontà. Uno, due, tre uova per volta. Povera bestia! E dir che non mangia mai!

Mentre il capo fa i giuochi un servitore gira fra la gente e offre 9 numeri di una lotteria per 1 soldo. Il vincitore guadagna 10 sigari. Non parliamo di altri suoi giuochi, ma consigliamo chi può di recarsi a vederlo e regalargli 1 soldo.

 

“ Quando la dona è vecia diventa brontolona “.

Ecco l’ Americano fabbricante di forbici calamitate. Il petto coperto di medaglie ottenute a tutte le esposizioni. Quest’ americano – milanese, in un gergo italo-franco-tedesco, vende per 10 soldi un paio di forbici di ghisa con catenella dello stesso metallo ed un infila aghi. Non crediate che sia caro: a Buda-Pest, a Vienna le vendette una fiorina, a Liverpool, a Boston uno dollar: a Milano ne vendette cento mila paia, dice lui, ma intanto gira e rigira, ritorna a Torino per venderle a soli 50 centesimi. Fortunati torinesi! Anche lui ha i suoi compari che iniziano la vendita e decantano la merce. Figurarsi, delle forbici che tagliano il vetro, la latta e persino un doppio soldo ( preventivamente limato )!

A tempo perso vende anche catenelle elettriche pel mal di capo, il “ Segretario per tutti “, ecc. Allora dimentica di essere americano e quasi quasi parla semplicemente italiano: ma la vendita si fa attiva, perché, asserisce lui, le catenelle sono di sua fabbricazione, composte di rame, zinco, mercurio.

 

Chi è colui con gli occhi cerchiati di rosso che domina la folla?

E’ il fabbricante di sigari, analizzati ed approvati dall’ Ufficio d’ Igiene, assicura lui.

Due per 1 soldo, 5 per 2 soldi, 5 soldi la dozzina. Affè mia, avvelenato dalla fabbricazione governativa od avvelenato da questi sigari fatti con buccia di cacao, per me fa lo stesso, anzi quasi quasi darei la preferenza a questi ultimi.

 

“O Toni, o Pero, o Giaco, o d’ la del mar ! “ grida con voce rauca chi fa l’ incanto. Incomincia con metri e coltelli da 10 centesimi, poi continua colle coperte da letto e cogli orologi a dopia calota d’ argent, machina garantia, ca esamina chi ca s’ n’ intend. Osservatelo povero banditore, malandato e cadente, spolmonandosi per attirare la gente, credete Voi, lettor caro, che non meriti quei pochi soldi che sì stentatamente guadagna?

 

Non fermiamoci dinanzi al “ omano “, perché solo sguaiate sconcezze si sentirebbero, dalla quale traspare la bile che prova vedendo come in quantità le serve, le campagnole ed anche signore vanno dall’ indovina, la quale loro recita la sua lezione che dice tutto e dice niente, eppure talvolta fa sorridere chi poco prima era accigliato. Ma, ohimè, anch’ essa ripete che la fede se ne va, benché a parer mio, il numero dei gonzi sia ancora abbastanza grande.

 

Il più grosso e pacato è certamente il venditore di pomata di grasso di marmotta.

In una gabbia abbastanza capace trovansi 3 e persino 4 marmotte viventi. Su di essa si vedono altrettante pelli di questi animali. Lì vicino havvi un organo.

Con posatezza, voce chiara e non troppo alta, termini scelti, sintassi irreprensibile,questo personaggio vi assicura che la sua pomata è esclusivamente fatta con  grasso di marmotta. Vi enumera le malattie nelle quali la sua pomata è rimedio sovrano, le guarigioni ottenute, il modo di applicazione e tutto questo per 6 soldi. Chi non crede e lo taccia di ciarlatano egli convince che ciarlatani siam tutti, dal prete che promette il paradiso, al medico che promette la guarigione, e tira via.

 

“ Oh ! Attenzion !! “ (così comincia invariabilmente un grosso  e pretenzioso milanese) “ Col vostro e col mio orologio alla mano vi tratterrò solo 5 minuti per finire la vendita di un oggetto utile, necessario, indispensabile! “. E qui vi sciorina una filastrocca sempre uguale, monotona, non variando mai una virgola, sia che venda portasigari, pipe, saponi, ecc., insomma gli oggetti più variati e disparati.

Il suo boniment farebbe lo stesso effetto d’ un organo scordato se non fosse per la sua voce stentorea. Questo poi non ha solo due compari ma anche delle comari per saraf, ed il mestiere gli frutta assai a giudicare dalle apparenze.

 

Alla gran pesca reale, chi pesca bene e chi pesca male.

Da bonheur a malheur da mi guadagne fina ‘l cœur. Chi fa queste povere rime tiene un banco coperto di oggetti rilucenti e di problematico valore; ma all’ incauto che spende il suo soldo per tentare la sorte, gli tocca un anello di ottone, un quaderno, un portapenne od un lapis inservibile, e gli oggetti abbaglianti rimangono da anni ed anni ad attestare che il vincitore è chi tiene il banco.

 

Questi sono i ciarlatani che tutto l’ anno ingombrano, pagando, la piazza Milano a ponente: ma in questi giorni di Carnovale se ne aggiungono altri che scacciano i primi e li costringono a fare il batteur, cioè venditori girovaghi.

Vediamo dunque i ciarlatani e saltimbanchi accorsi in Grissinopoli nell’ occasione del Carnevale.

 

Oltrepassiamo il primo baraccone, il Tiro assabese, la giostra e un secondo tiro a segno, il Salon des mystères colla sua musica saracinesca ed anche la Pesca misteriosa e fermiamoci un momento al Museo d’ anatomia. Chi non è curioso di conoscere se stesso? Quanti hanno sulle labbra le parole stomaco, polmoni, ecc., senza sapere di che cosa parlano?

Basti il riassunto di quanto si osserva in questo veramente istruttivo e popolare Museo per invogliare a visitarlo: una Venere ottentotta di 13 anni – una donna circassa – mummie celtiche – i terribili effetti del proiettile Chassepot comparati con quelli della palla ordinaria – quattro soggetti di chirurgia ostetricale – l’ operazione di calcoli alla vescica – un uomo scorticato – collezione di cento pezzi di malattie della pelle – il gran simpatico – il delitto di Saint-Ouen – le due sorelle Giovanna e Bianca – la estrazione della forchetta dallo stomaco – la fillossera – una collezione di celebri delinquenti e finalmente una Galleria riservata di speciale patologia.

 

Traversiamo la piazza e ci troviamo dinnanzi le Donne Aeree, indi il Bersaglio Pietro Micca. Il Segreto della risurrezione e la Donna vivente nella morte. Son troppi due titoli per un solo baraccone.

 

Teatro mondiale, Museo Panopticum: in questo baraccone si osservano automi di cera di grandezza naturale. Con Gli ultimi istanti di Giuseppe Garibaldi presenta l’ Eroe dei due mondi sul suo letto di morte. Egli apre e chiude gli occhi, alza e abbassa la testa, respira del respiro basso del moribondo. La bella spagnola, di diciassette anni, mirabilmente movibile per mezzo di meccanismo. Il soldato moribondo, ferito alla battaglia di Gravelotte, respira, apre e chiude gli occhi come il vero. Il terribile misfatto di Monte Rolando: vedesi l’ infelice Poggi tagliato in 16 pezzi. Federico Barbarossa. La presa  della città di Pirot dalle truppe bulgare. La mirabile Rosignuola di 2 teste. Questa ragazza ha ventun anni; ha la carnagione mulatta chiara, due teste separate, due paia di braccia e due spalle separate, il corpo però è uno solo.

 

Viene appresso un Tiro cinese indi un Bersaglio meccanico. Passiamo davanti al Tempio d’ Olimpia, al Sogno di Flora, al Giardino di Cleopatra.

Facciamo un giro sulla Giostra, un po’ d’ esercizio al Bersaglio americano, e poi avremo il Grande serraglio africano, ove si vede il leone africano, la tigre macchiata, la pantera macchiata, la jena striata o jena ridente, il leopardo, la pantera nera, il jaguaro, un colossale orso nero imperiale di Russia, la jena macchiata, l’ orso lavatore, il fenomeno mezzo cane e mezzo scimmia, gli sciacalli d’ Africa, il dingo d’ America, una collezione di quadrumani, il cangorio gigante, i lupi cervieri, gli uccelli esotici, l’ icneumone o topo di Faraone, coccodrilli, caimani, alligatori dai 23 ai 400 anni, il boa constrictor, lungo metri 4 ½.

Dopo tante bestie troviamo ancora un Bersaglio ed il Padiglione dell’ Albina, indi un Pot-pourri, canti arabi, danze e farse, beduine e odalische, ecc.