I DISCHI DEL SOLE
di Luca PASTORE
|
|||
(Italia 2004 – 90’) Candidato al David di Donatello 2005 come miglior documentario italiano Premio Speciale al MusicDocFestival (Roma) In concorso al TorinoFilmFestival – Festival dei Popoli (Firenze) Evento Speciale a Filmaker 2005 (Milano) Trasmesso da Planet e Televisione Svizzera
Una produzione Fandango – Istituto Ernesto De Martino In coproduzione con TSI – Televisione Svizzera In associazione con Planet – Canali Digitali In collaborazione con Legovideo e AMKA Films (Svizzera)
Avendo avuto la fortuna di avere dei genitori comunisti, durante la mia infanzia non era infrequente che un ‘disco del sole’ girasse sulla fonovaligia casalinga: è per questo che molte di quelle canzoni mi sono rimaste attaccate, nel corso del tempo, come una seconda pelle. Raccontare un’esperienza così complessa, ramificata e stratificata attraverso un singolo documentario, era sicuramente un’impresa superiore alle forze di qualsiasi filmaker: troppi sono i punti di vista e di partenza, i percorsi possibili da sviluppare, i personaggi coinvolti, ciascuno dei quali meriterebbe un approfondimento al di là delle possibilità di durata di un documentario. Ho quindi optato per un documentario nel quale protagonisti assoluti sono proprio i dischi, nella loro dimensione fisica (il vinile che gira, le foto di copertina) di oggetti in grado di trasportarti nel momento esatto in cui li hai sentiti la prima volta e allo stesso tempo nella loro assoluta modernità, compiendo, per ovvie ragioni di durata del film, scelte registicamente dolorose nei confronti dei personaggi e della ricostruzione razionale e storica della vicenda. Ho cercato di riproporre le canzoni secondo una mia personale (e assolutamente parziale) ‘playlist’, ‘illustrate’ da pseudo-videoclip (anche se il termine, riferito a quelle voci e quei suoni, può sembrare un pò blasfemo...), utilizzando materiali d’archivio che riportano in modo non troppo didascalico agli eventi raccontati dal testo o al clima sociale, politico, di costume nel quale il brano si muove; o ancora con immagini di repertorio che descrivono l’aspetto delle città e i paesaggi degli anni ’50 e ’60 in contrapposizione ad immagini dell’oggi, evocando la trasformazione dei luoghi, delle persone e della politica stessa: il contrasto visivo duro e struggente tra l'Italia povera, conflittuale e ricca di speranze delle grandi stagioni delle lotte contadine, operaie e studentesche e l'Italia di oggi, pressoché narcotizzata dal benessere e in cerca di identità perdute.
Luca Pastore
La collana/etichetta discografica ‘I Dischi del Sole’ rappresenta probabilmente la più importante esperienza di ricerca, documentazione e diffusione di musica e cultura popolare italiane. I legami dell’ampio gruppo di personaggi che sono stati artefici di quel progetto culturale con il contesto sociale, politico e storico nel quale la vicenda dei ‘Dischi del Sole’ si colloca nel suo periodo più prolifico (che si può per sommi capi identificare con il decennio ’65-’75 e che rappresenta uno dei periodi cruciali nella storia italiana moderna), sono stati forti al punto da imprimere il marchio dell’etichetta in maniera indelebile nel tessuto della cultura indipendente e alternativa italiana, anche a dispetto di una legittimazione ‘ufficiale’ di gran lunga inferiore ai reali meriti culturali ed alla funzione seminale che quell’esperienza ha ricoperto e tuttora ricopre.
Durante gli anni '60 e '70 la casa discografica ha pubblicato circa 250 titoli, dando vita e memoria sonora a grandi momenti e avvenimenti della cultura e della politica italiane. Oltre all’intenzione e alla vocazione ad essere artefice di un serio e metodico lavoro di ricerca e documentazione, la filosofia dell’etichetta riusciva a far coesistere una produzione musicale di carattere politico e ‘militante’ (che diventerà leggendaria) con la pubblicazione di raccolte di canzoni popolari che rappresentano l’unico autentico catalogo di ‘blues italiano’.
|
|||
|