UNA FAMIGLIA DI SALTIMBANCHI
di Ida BACCINI
( R. BEMPORAD & FIGLIO EDITORI )
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Capostipite di un filone realistico che aveva le sue profonde basi nel sentimento, Ida Baccini (1850-1911) esordì nella letteratura per l'infanzia con “Le memorie di un pulcino”, pubblicate due anni prima di Pinocchio. La sua attività letteraria e giornalistica in campo pedagogico mise in luce le sue doti di freschezza e vivacità, rivelando inoltre acute intuizioni di psicologia infantile.
La vita del Circo, la fatica, i sogni e i drammi che la percorrono sono ben rappresentati in questo volumetto illustrato da Reymond, acquafortista e xilografo, che esplicò la sua maggiore attività come illustratore di libri.
ORFANI DOLENTI E BENEFATTORI
di Silvia BLEZZI PICHERLE
( da “Libri, bambini, ragazzi” – Ed. Vita e Pensiero )
Nella narrativa educativo – moralistica sono descritti frequentemente bambini e ragazzi orfani, la cui triste esistenza produce nel lettore una forte e intensa commozione.
Questi personaggi, che appartengono per lo più al ceto popolare, sono costretti ad arrangiarsi per sbarcare il lunario: la fanciulla viene inviata a servizio nelle case dei ricchi borghesi, mentre il ragazzo si adatta a svolgere quasi sempre fatiche massacranti, subendo anche ricatti, violenze psicologiche, angherie e umiliazioni da parte dei datori di lavoro. In altri casi l’orfano rimane in famiglia, ma costretto a sottostare alle cattiverie di una perfida matrigna.
Ritorna con frequenza il caso di più fratelli che, orfani di entrambi i genitori, vagabondano alla ricerca di lavori di fortuna, diventano suonatori ambulanti o si accodano alle compagnie di saltimbanchi. Il loro è un “vivere alla giornata”, in balia degli eventi e delle persone di passaggio, in un perenne peregrinare che li vede sottoposti a mille pericoli e insidie, tra cui l’essere rapiti dagli zingari.
E’ emblematico a tal proposito il romanzo “Una famiglia di saltimbanchi” nel quale Ida Baccini combina sapientemente tutti gli ingredienti della letteratura degli “orfani dolenti”: quattro poveri fratelli orfani; la sorella maggiore che si assume il peso della difficile gestione familiare; un continuo girovagare di paese in paese per sbarcare il lunario facendo i saltimbanchi.
Il romanzo, che racconta in un crescendo di pathos le innumerevoli sventure dei protagonisti, si conclude con la loro adozione e la possibilità di condurre una vita agiata e felice.
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