INNO  DELL'ALBERO

 

 

 

 

È la più antica canzone presente nel repertorio del contastorie Giangili.

Qui di seguito un estratto dalla scheda elaborata da Roberto Leydi, contenuta in " Canti sociali italiani ".   Edizioni Avanti!

 

È questo, senza dubbio, il più noto fra i canti giacobini italiani. L'Inno dell'albero nacque, probabilmente a Genova, tra il 1796 e il 1799, ed ebbe larga diffusione. Gli autori sono ignoti. Il canto fu familiare a Giuseppe Mazzini che lo cantò spesso, nell'esilio, accompagnandosi con la chitarra.

 

La canzone celebra nell'albero della libertà, piantato nei giorni rivoluzionari in tante piazze italiane, il simbolo tangibile dei tempi nuovi. Il carattere dell'inno, nel testo letterario come in quello musicale, non è popolare, ma borghese, come borghese assai più che popolare fu, soprattutto da noi, il movimento rivoluzionario. Fra il popolo ebbero corso durante l'occupazione francese canzoni e strofette di tono reazionario, anche molto violente, nelle quali si confondono sentimenti diversi e ragioni opposte; spesso, gli uni e le altre, diffuse da gruppi e ambienti interessati a mettere in crisi il nuovo regime .

 

 

 

 

 

Or che innalzato è l'albero

s'abbassino i tiranni,

da suoi superbi scanni

scenda la nobiltà.

Un dolce amor di patria

s'accenda in questi lidi,

formiam comuni i gridi

- Viva la libertà -

 

L'indegno aristocratico

non osi alzar la testa;

se l'alza, allor la festa

tragica si farà.

Un dolce amor di patria, ecc.

 

Già reso uguale e libero,

ma suddito alla legge,

è il popolo che regge,

sovrano ei sol sarà.

Un dolce amor di patria, ecc.

 

Giuri ìmplacabil odio

ai feudi, alle corone

e sempre la nazione

libera resterà.

Un dolce amor di patria, ecc.

 

Sul torbido Danubio

penda l'austriaca spada,

nell'itala contrada

mai più lampeggerà.

Un dolce amor di patria, ecc.