LA LETTERATURA DI “CORDEL”

 

di UBAX Cristina ALI-FARAH

 

( da www.el-ghibli.provincia.bologna.it )

 

 

 

 

1. La letteratura orale

 

“La littérature orale comprend ce qui, pour le peuple qui ne lit pas, remplace les productions litéraires” ( Paul Sébillot, Le Folklore, Paris, 1913).

 

Sono due i modi di essere della letteratura orale. Vi è la letteratura popolare che essendo solitamente stampata, è prodotto di autori definiti e dipende dalle mode. Abbiamo poi la letteratura folclorica che non è soggetta al volubile mutare dei costumi ed è anonima perché è entrata a far parte del patrimonio culturale collettivo.

 

 

 

 

La letteratura folclorica è totalmente popolare, ma non tutta la produzione popolare è folclorica. La allontana dal folclore la contemporaneità.

Gli elementi caratteristici del folclore sono: antichità, persistenza, anonimato e oralità.

Un canto, una danza, un aneddoto un racconto che possano essere collocati in un dato periodo storico, saranno necessariamente un documento che attesta una determinata attività intellettuale. Il folclorico decorre dalla memoria collettiva, indistinta e continua e necessita di una certa imprecisione cronologica.

Il popolare moderno diventerà folclore solo una volta che avrà perduto le tracce dell’epoca in cui fu creato. In tal modo un poema, una storia o una canzone che la simpatia popolare ha divulgato procedono verso un’inevitabile depersonalizzazione.

Tale processo di decaratterizzazione dell’opera artistica fu posto in rilievo da Augusto Raul Cortazar in una conferenza tenuta nell’agosto del 1941 all’Università Nazionale di Tucumán ( Argentina).

 

 

 

 

Se una generazione incontra nell’opera di un dato autore (che può essere famoso ma anche, molto più frequentemente, sconosciuto) caratteristiche che riscontra nel sua stessa anima, accoglie la produzione artistica dell’autore con simpatia. Quest’opera entra a far parte del patrimonio culturale di quella generazione che la trasmette alla successiva come fosse una cosa propria e assimilata. In seguito a travasi consecutivi, nella materia artistica il nome dell’autore si perde.

E se qualche artificio o elemento erudito denunciava l’origine dell’opera, il messaggio va purificandosi attraverso le successive trasmissioni.

 

 

 

 

Tradizione deriva da traditio, tradere, trasmettere, tramandare, ed indica un processo divulgativo di conoscenza popolare e orale.

Menéndez Pidal per tradizionale intende uno “stile anonimo o collettivo …, risultato naturale della trasmissione di un’opera per varie generazioni, rifusa dai suoi vari propagatori, i quali nelle sue rifusioni e varianti vanno spogliando lo stile del primo autore, o autori successivi, di tutto quanto non conviene al gusto collettivo più corrente, e così van pulendo lo stile personale, come l’acqua del fiume pulisce e arrotonda le pietre che trascina nella sua corrente.”

 

Quando un componimento poetico popolare è assimilato dal popolo ed entra a far parte del suo patrimonio collettivo questa poesia si chiamerà tradizionale.

 

Questa assimilazione presuppone che ogni cantastorie che si appropria coscientemente o non di un componimento poetico, cerca di adattarlo alla propria comprensione o gusto. Il testo del poema si forma e si riforma attraverso queste innumerevoli variazioni nel corso di molte generazioni: alcune lo migliorano, altre lo sviliscono ma tutte costituiscono la vita del romance nella bocca del popolo.

 

 

 

 

Il cantastorie è l’esecutore tecnico della volontà poetica della collettività. Ogni innovazione introdotta da un autore può essere effimera estinguendosi con lui o può essere accettata dal suo auditorio e propagata diventando anch’essa tradizionale.

Essa degradação da cultura individual, o bloco tornado poeira, passa ao Folclore como água no próprio álveo.

Le innovazioni continue a cui la letteratura folclorica è soggetta corrispondono alle esigenze della comunità che la mantiene in tal modo viva e attuale.

 

La definizione “letteratura orale” è paradossale poiché la letteratura sottintende la lettera e orale è appunto ciò che non ha lettera.

La letteratura orale comprende anche la poesia o per alcuni (che pensano che la poesia abbia un status a parte) letteratura popolare in verso. Per M. Cavalcanti Proença è poesia orale.

Tra la poesia popolare e quella di un grande poeta, vi è sicuramente una grande distinzione di grado ma non di essenza.

 

 

 

 

 

 

 

Originariamente ritmo e musica primitiva si fondevano con il linguaggio che ne era parte integrante.

Le prime manifestazioni religiose erano ritmate, accompagnate dal canto e spesso da un linguaggio che non tutti comprendevano.

Sant’Isidoro nelle sue Etimologie distingue il senso dalla sententia. Il senso è ciò che noi capiamo, che qualsiasi persona può capire o ciò che è scritto. Sententia è quello che sta dietro ai simboli o meglio è il simbolo che solo un determinato gruppo può capire. La convinzione che esista, al di là del significato esplicito del linguaggio, un significato occulto, è un’idea permanente e antichissima. Le lingue sconosciute incantano l’auditorio in virtù del rispetto che ispira il canto in una lingua sconosciuta.

 

Due fonti contigue mantengono viva la letteratura orale.

Una è esclusivamente orale, mentre l’altra si basa sulla ristampa di antichi libricini venuti dalla Spagna o dal Portogallo e che rappresentano la convergenza di motivi letterari dei secoli XIII XIV XV e XVI, oltre ad opere di produzione contemporanea che seguono gli antichi processi di versificazione popolare.

La materia appartiene alla letteratura orale anche se è scritta perché è predisposta al canto, alla declamazione, alla lettura ad alta voce.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2. Origine e forma dei folhetos nordestini

 

La literatura de cordel, o “letteratura della cordicella” nasce e si sviluppa nel Nordest del Brasile. Fu assimilata dal Portogallo prima del XVII secolo, originandosi dai romances tradizionali che arrivarono nel Nuovo Mondo insieme ai colonizzatori.

 

I folhetos nordestini continuano la tradizione dei pliegos sueltos spagnoli e delle folhas volantes portoghesi che cominciarono a circolare nella penisola iberica dalla fine del XV secolo, avendo come epoca di massima diffusione i due secoli seguenti. Questo tipo di produzione nasce con l’invenzione della stampa a caratteri mobili che offriva la possibilità di diffondere quadernetti di poche pagine a basso costo. Era quindi destinata ai ceti meno abbienti, a cui fino a quel momento gli elevati costi dei libri erano interdetti.

 

 

                        

 

 

Diversi studiosi attribuirono alla letteratura di cordel poco o nessun valore letterario. Questa indifferenza non è un fenomeno recente, la cultura ufficiale e le classi dominanti hanno sempre guardato con disprezzo la poesia popolare.

Il folheto ha forse qualche legame con i cosiddetti bandos (proclamazioni pubbliche). I banditori percorrevano a cavallo le vie del Brasile antico fino ad arrivare all’angolo di una strada dove attiravano e raccoglievano il pubblico per leggere un bando in pergamena. In versi si annunciava per esempio il programma generale delle feste popolari e tali programmi, in apertura, contenevano spesso critiche salaci rivolte alle autorità.

Questa banda era un folheto, un foglio piegato. Tali modelli o testi sono diventati i folhetos del Nordest annunciati con proclami nei luoghi di vendita.

 

 

                        

 

 

La semplicità e l’impronta popolare di questa letteratura traspare dal nome stesso: “letteratura del cordino”, “dello spago” ad indicare inoltre il carattere instabile che la caratterizza. I folhetos si vendono durante le fiere, nei mercati, nelle piazze pubbliche appesi alla tradizionale cordicella, sulla bancarella del folheteiro o allineati su un tavolino improvvisato retto da due cavalletti.

Il venditore accompagnandosi con la viola o con la rabeca, comincia a recitare i versi al pubblico che gli si raccoglie intorno. Prima della fine della storia però il cantore interrompe e sollecita il pubblico a comprare il folheto se desidera conoscere la fine.

L’uso del testo stampato non ha come fine la lettura privata ma la lettura ad alta voce per i parenti o i vicini di casa meno istruiti.

 

 

 

 

 

Non di rado a vendere folhetos si incontra anche il cosiddetto doutor de raízes, medico dei poveri, che vende preghiere, salmi e folhetos insieme ai medicamenti, probabilmente per l’effetto terapeutico attribuito alla letture che possono aumentare la fede e distrarre i malati.

 

Gli autori scrivono i testi perché siano eseguiti da loro stessi o da altri. Elaborano i loro poemi partendo da un testo o da una storia che lessero o che sentirono narrare, talvolta si basano su tematiche folcloriche e non di rado inventano storie basandosi sulla propria immaginazione.

Solitamente compongono il poema oralmente e solo in un secondo momento lo trascrivono su un foglio. Questa operazione è chiamata versar uma história.

 

 

 

 

 

Oltre alla lettura di romanzi di autori celebri costituiva origine dei folhetos anche gli avvenimenti importanti del paese di cui venivano a conoscenza attraverso i giornali. Quella di autore è una specie di ‘patente’ acquisita dai cantastorie (sono chiamati trovadores o anche autores de trovas).

Di solito il cantastorie non ha bisogno di una buona voce, segue la tonalità del suo strumento spesso esagerando con gli acuti. Non si occupa della battuta musicale ma del ritmo dei versi, poiché ai sertanejos non interessa la battuta musicale mentre ripudiano l’aritmia.

 

Erede dei menestrelli medievali, il cantastorie vaga di fazenda in fazenda, di piazza in piazza, contribuendo, grazie al nomadismo che lo caratterizza, a diffondere un sapere comune e a stabilire dei ponti tra comunità altrimenti isolate.

 

 

 

 

Il carattere errante, volante del cordel influisce sulla variabilità del titolo che il folheto va acquisendo a seconda delle regioni che percorre e degli autori che se ne appropriano. Talvolta il pubblico, facendo proprie le storie, si dimentica dell’autore stesso.

 

Le pubblicazioni solitamente si suddividono in folhetos di otto pagine, romances di sedici o ventiquattro e histórias di trentadue pagine e misurano 16 x 11,5 cm. Indistintamente si usa il termine história per romance e viceversa. Le forme e lo stile sono in genere codificate da un preciso sistema di regole che è di volta in volta vagliato dal pubblico che non ammette deroghe al codice di cui è geloso depositario. I generi più diffusi nella literatura de cordel sono il romance, il desafio o peleja e l’ABC: quest’ultimo è un acrostico basato sulle lettere dell’alfabeto e ha origine biblica pur vantando una lunga tradizione nella poesia europea. Il dialogo come peleja o sfida fra cantastorie realizzata davanti ad un pubblico-giuria, caratterizza un gran numero di testi di cordel.

 

 

                        

 

 

 

 

 

 

 

3. Contesto storico

 

La produzione dei folhetos nasce nel Nordest nella seconda metà del XIX secolo, quando questa regione, che da molto non era più il principale polo dell’economia di esportazione del paese, soffre una serie di trasformazioni economiche, sociali e politiche.

 

Il lavoro nelle piantagioni di canna da zucchero, svolto da secoli dagli schiavi, passa ad essere con l’abolizione della schiavitù, lavoro di uomini poveri disponibili, fatto che si va a ripercuotere profondamente nella coscienza di questi individui, prima occupati soprattutto nelle attività sussidiarie dell’economia zuccheriera.

 

 

 

 

 

Nelle campagne e nel sertão, predominantemente rivolti ad un’economia di sussistenza e all’allevamento del bestiame, si verifica l’introduzione delle colture del cotone e del caffè. Queste colture aumentano la ricchezza di medi e grandi proprietari mentre conducono alla miseria la maggior parte della popolazione e creano relazioni di lavoro salariato inconsuete in queste sub-regioni.

La sostituzione dell’agricoltura di sussistenza con il cotone e il caffè avrà come immediate conseguenze il peggioramento del livello di vita nelle campagne, la difficoltà di approvvigionamento dei centri urbani e l’aumento dei prezzi dei generi alimentari. A questo si aggiunse l’aumento delle tasse che aggravava la situazione dei piccoli allevatori e dei commercianti.

 

 

 

 

Con la seca del 1877-79 iniziò una forte migrazione. La perdita di manodopera in molte proprietà, non solo per la seca ma anche per l’intensificarsi della coltivazione del cotone, avrebbe diminuito il potere dei proprietari poiché la disponibilità di un gran numero di abitanti gli era necessaria per la difesa e per il controllo del loro potere politico. Molti coronéis indeboliti non avevano più la forza di difendere i loro abitanti, sia per la violenza dei cangaceiros che per la violenza della polizia locale.

 

Il Nordest conosce, sin dai tempi coloniali, la violenza di contingenti armati che compaiono nella lotta tra i potenti per contendersi le terre e per garantirsi il potere politico. In queste lotte non erano coinvolti solo i jagunços ma anche tutta la vasta clientela che viveva sotto il loro dominio e ai quali erano legati da innumerevoli debiti e prestazioni di servizi. In questo spazio sorge il cangaço organizzato. È la lotta dell’uomo povero che sfida il potere dei grandi proprietari e in alcune circostanze stringe patti con essi.

 

In un periodo in cui si avviliscono le condizioni di vita della popolazione, e dove con l’introduzione del lavoro salariato avviene la rottura di costumi e di valori che avevano come base le relazioni tradizionali di dominazione, fondate in una rete di scambio di servizi e favori, nasce la letteratura dei folhetos del Nordest, scritta da uomini poveri attenti a quella realtà che echeggerà nella loro tematica.

Il poeta popolare godeva di un’indipendenza economica sconosciuta al cantastorie che viveva soprattutto sotto la tutela di fazendeiros, mentre egli poteva contare per il suo sostentamento sulla vendita dei folhetos.

 

 

 

 

 

I poemi dell’epoca vedono una commistione del reale con l’immaginario e l’affermazione di una cronaca del momento storico fatta a partire dall’ottica dei dominati. Nei folhetos la violenza non si fa presente solo a livello delle relazioni personali, ma soprattutto a livello delle relazioni sociali e politiche del Nordest della prima Repubblica. Violenza che corrisponde a tutto un sistema di valori centrati nel coraggio personale considerato come condotta legittima e socialmente accettata.

I poeti popolari, essendo uomini del popolo, condividevano con esso lo stesso sistema di credenze e valori. Attraverso le loro poesie si facevano mediatori tra il rurale e l’urbano, il litorale e il sertão, la cultura di tradizione orale e la cultura scritta.

 

Il moderno autore di folhetos è solo una trasformazione dell’antico cantore. Costituendo una letteratura parallela a quella colta, questi folhetos riempiono la distanza che separa il popolo da coloro che frequentano le librerie.

Nonostante l’incredibile potere comunicativo dei folhetos, il poeta popolare oggi, al contrario di ciò che succedeva allora, non vive esclusivamente di ciò. Il suo impiego spesso è completamente estraneo all’arte che esercita ma continua a vivere per la poesia ed è orgoglioso di vederla apprezzata dal pubblico. Questo fatto rivela l’accentuata coscienza del valore poetico-sociale dei suoi testi, sia che si avvalga del materiale tradizionale che di quello urbano. È orgoglioso della propria opera e del proprio ruolo. Il processo di comunicazione tra autore-pubblico si stabilisce in modo facile a partire dalla stessa tematica affrontata. È popolare solo ciò che il popolo accetta e fa proprio.

Secondo le parole di Franz Boas: “as mãos são do artista, mas a arte è do povo”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4. Letteratura ufficiale e letteratura popolare

 

La letteratura che chiamiamo ufficiale, obbedendo a riti moderni o antichi di scuole o a preferenze individuali, esprime un’azione puramente intellettuale. Al lato di quel mondo di classici, romantici, naturalisti che discutono, coscienti dell’attenzione del loro auditorio, esiste un’altra letteratura viva e sonora, alimentata dalle fonti dell’immaginazione, antica e popolare. Essa agisce parlando, cantando, rappresentando, danzando in mezzo al popolo, all’aria aperta, alla portata di tutte le critiche.

Nessuno può immaginarsi come il popolo conosca la sua letteratura e difenda le caratteristiche immutabili dei suoi generi. È come un canone strano e misterioso della cui conoscenza non siamo stati iniziati. Iniziazione che è una lunga capitalizzazione dei contatti secolari con lo spirito della stessa manifestazione di cultura collettiva.

 

 

 

 

 

Nel dicembre del 1928, Camara Cascudo, racconta di aver assistito in compagnia di Mário de Andrade ad un’esibizione ad Alecrim, un quartiere di Natal.

Il cantastorie, che sembrava un menestrello medievale, cominciò la sua performance, quando improvvisamente dal fondo della sala, un nero, scalzo e trasandato si alzò e protestò. Non si stava eseguendo il três pontos come preannunciato. Iniziò una discussione tra i due, un dibattito tecnico completamente incomprensibile agli esterni. Poi finalmente il musicista suonò il três pontos.

Aquele cavaleiro andante, maltrapilho e fiel ao seu conhecimento, exigindo o exato cumprimento de uma música determinada, no fundo de uma sala iluminada a querosene, no fundo de um bairro pobre, encheu-me de orgulho. Essa fideldade è um sinônimo de conservção ciumenta.

 

Câmara Cascudo ritiene che non vi sia un popolo con una sola cultura intendendo per cultura la sopravvivenza di conoscenze generali. In qualsiasi gruppo umano sotto la più rudimentale organizzazione, la memoria collettiva avrà sempre due ordini di conoscenze: l’ufficiale, regolare, che si basa sugli insegnamenti impartiti dalla classe sacerdotale o da un organo di governo, e il non ufficiale, tradizionale, orale, anonimo che non dipende da un insegnamento sistematico perché è trasmesso dalle madri, dai racconti, è acquisito attraverso la fabbricazione di piccole armi, di giochi. Per l’insegnamento ricevuto in forma ordinaria e legale il bambino si comporterà passivamente, mentre per il sapere tradizionale, lo studente collaborerà e reagirà, perché questa scienza clandestina e semi-proibita è uno stimolo per la sua intelligenza, poiché richiede una pronta reazione volta ad un’utilizzazione immediata e realistica.

 

 

                        

 

 

 

 

 

 

 

5. Tematiche e fonti

 

È molto difficile classificare le tematiche della literatura de cordel: a livello generale si può stabilire una distinzione superficiale fra temi tradizionali, in cui, oltre al preponderante apporto portoghese, sono presenti anche influssi culturali africani e indigeni filtrati attraverso una prima fase di trasmissione orale, e temi che potremo definire di “attualità” divulgati in folhetos che si trasformano nell’occasione in uno strumento che contribuisce a fissare la cronaca degli avvenimenti.

L’includere in sé l’apporto culturale di argomenti provenienti da aree geografiche differenti, la rende autentica espressione della cultura brasiliana.

 

 

                        

 

 

Il tipico, l’autoctono è difficile da riscontrare quanto lo è la definizione precisa dei tipi antropologici come costante di un determinato paese. Venti strade corrono nella stessa direzione pur mostrando paesaggi differenti. E ognuno di questi paesaggi può aver influito poderosamente su un aspetto dell’oggetto studiato.

La soluzione è la testimonianza personale. Testimonianza di letture, osservazioni, ricerche, nell’onestà dei conteggi, nella lealtà alle fonti bibliografiche, nel desiderio di voler conoscere per capire meglio.

 

All’inizio la letteratura di cordel era legata alla divulgazione di storie tradizionali che la memoria popolare aveva conservato e trasmesso (storie di cavalieri, di amore, di guerra, di viaggi o di conquiste marittime). Grande rilievo hanno in questo campo le storie che si ispirano alle imprese e alle avventure degli eroi del ciclo carolingio.

Le caratteristiche principali di queste storie tradizionali sono un’indeterminata lontananza spaziale e temporale degli avvenimenti, l’elemento meraviglioso del racconto e il trionfo finale dell’eroe dopo molte tribolazioni. Il successo commerciale di tali opere, mostra come per i nordestini il mondo di Carlomagno apparisse come un universo meraviglioso e ideale dove il pensiero rifuggiva dalle angustie quotidiane.

 

 

                        

 

 

Insieme a questi componimenti di origine tradizionale, cominciò ad apparire una poesia che presentava e descriveva fatti recenti, avvenimenti sociali che attiravano l’attenzione della gente. Prima che il giornale si diffondesse, la letteratura di cordel era fonte di informazione: in Portogallo infatti quando si diffuse il giornale andò in decadenza, cosa che non accadde in Brasile. I folhetos non poterono quasi mai contare sul beneplacito ufficiale.

 

Alcuni letterati considerano kitsch il materiale del cordel. Tale elemento è evidente soprattutto nelle copertine, nelle quali alle favolose xilografie degli artisti sertanejos, sono state sostituite fotografie di attori del cinema.

Si intende per kitsch cattivo gusto o grottesco e tale elemento, come dichiarato dagli stessi autori, oltre ad aiutare a vendere, integra anche la vita quotidiana dei consumatori del genere. Essendo la letteratura di cordel destinata al popolo, non si possono usare gli stessi parametri di giudizio che si usano per un tipo di letteratura destinata a classi sociali differenti.

 

 

 

 

 

I limiti che costituiscono intrinsecamente gli abiti e la vita del popolo, sono limiti per modo di dire. Anche se, da un punto di vista erudito, i folhetos non sono particolarmente originali, espedienti stilistico-formali come la ripetizione o l’iperbole rispondono alle esigenze di un auditorio che deve essere ristorato e rassicurato.

Si tratta in gran parte di una letteratura di evasione, di fuga dagli amari problemi del quotidiano e dalla miseria costante. Si rivolge alle masse non istruite e sofferenti e questo è probabilmente il suo aspetto più attraente. Di solito i poemi popolari hanno un substrato religioso che imprime alle loro storie un significato costruttivo e moralista. Questi autori quasi analfabeti si trasformano in diffusori di cultura, offrono al popolo, tradotte nel loro linguaggio pittoresco e umile, le opere più famose di classi sociali più alte.

 

 

    

 

 

Non sempre gli autori attingono dai libri originali, talvolta vengono a conoscenza di una storia attraverso il cinema. Sotto questo aspetto il cinema ha molto svilito la purezza originale di questa letteratura.

La maggior parte dei folhetos è letta per chi non sa leggere e il pubblico ascolta silenzioso, attento. Questa letteratura è poderosa e vasta. Arriva ad un pubblico che non si sognerebbe neppure la vanità dei nostri più famosi scrittori. L’incredibile è che nessuno guarda il nome degli autori.

 

 

                        

 

 

 

 

 

 

 

6. Letteratura di cordel e comunicazione

 

Dietro l’apparente non-ideologia che si nasconde dietro i testi di cordel traspare precisamente la sua ideologia. Non si può dare un’interpretazione dell’opera d’arte se non fondendo testo e contesto in una interpretazione dialetticamente integra, in cui tanto il vecchio punto di vista che spiegava il testo attraverso i fattori esterni, quanto la convinzione che la struttura di un testo sia virtualmente indipendente, si combinano come momenti determinanti del processo interpretativo. L’esterno (il sociale) è importante non come causa, né come significato, ma come elemento che svolge un certo ruolo nella costituzione della struttura diventando quindi un fattore interno.

 

 

 

 

 

Consideriamo punto pacifico e indispensabile la constatazione dell’esistenza di un’ideologia interna ai testi. Questa ideologia interna sarà sempre presente e coesisterà con la ideologia esterna che risulta dalle strutture esterne ai testi: luogo, società, condizioni di vita, epoca ecc.

 

La letteratura non deve essere comunicazione per principio poiché giustificherebbe in tal modo tutti i tipi di concessione e metodi diretti alla comunicazione. Ciò non impedisce che di fatto comunichi qualche cosa a posteriori.

 

 

 

 

Tuttavia la letteratura di cordel si trova in una situazione particolare poiché vive di questa comunicazione. Il poeta sarà paradossalmente tanto più importante quanto meno originale si mostra, cioè quanto più segue le formule d’uso tradizionale. Da ciò deriva l’utilizzo intenso di materiale cliché, di luoghi comuni.

L’equilibrio e l’aspetto sociale dell’equilibrio, la compensazione, costituiscono un’importante componente della strutturazione del cordel. L’eroe soffre, subisce diverse sconfitte, è oltraggiato, tradito, calunniato, ma alla fine il nemico è castigato e il principio di questo equilibrio si ristabilisce.

 

 

 

 

O meglio si recupera l’eroe, l’autore e la storia. I poeti popolari cercano una specie di mondo armonioso che si materializza nel lieto fine e se il finale non è felice sarà per lo meno appagante.

Anche se il sertanejo è affascinato dal soprannaturale, la letteratura popolare non è solo immaginazione, è anche osservazione, commento, critica alla vita quotidiana e sotto questo aspetto si avvicina sensibilmente al giornalismo.