MEO FENOMENO VIVENTE

 

di Giovanni BERTINETTI – Attilio MUSSINO illustr.

 

( da " Le orecchie di Meo " – S. LATTES & C. Editori - 1908 )

 

 

 

 

 

 

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Il Re dei Mostri (King of Monsters) appena vide il nostro eroe pianse dalla gioia per tre quarti d'ora e due secondi, battuti i quali il suo segretario lo avvisò che poteva fermarsi.

- Quanto ti amo! - esclamò il Re dei Mostri abbracciando Meo. - Tu sei la mia fortuna, il mio avvenire, tutto il mondo passerà a vederti nel mio baraccone ed io ho già fatto costrurre una immensa cassaforte.....

- Per chiudermi dentro?! - domandò Meo sbigottito.

- No, tesoro … Ma ti pare? Per chiudere tutti i miliardi che guadagnerò… Ora, non perdiamoci in chiacchiere. Vieni di là che ti presento a tutti i miei mostri ...

- Quanto vi sono riconoscente ! - disse Meo.

 

Il Re dei Mostri fece fare a Meo un ingresso trionfale tra i colleghi alzando le magnifiche orecchie di cui tutta l'America si interessava: un applauso pro­lungato, fragoroso, sincero accolse quest' ingresso.

Meo era rosso come un peperone … rosso.

Teneva gli occhi chiusi, dalla gran vergogna, sperando che gli altri facessero altrettanto.

Alla fine si decise di aprirli e vide uno spettacolo indimenticabile. Egli si trovava in mezzo ai campioni più originali della mostruosità umana...

- Ho l'onore di presentarvi l'uomo-asino! - disse con voce orgogliosa il Re dei Mostri.

Saluto questa bella compagnia! - mormorò con flebile voce il povero ragazzo.

 

 

                             

 

 

Si fece pel primo avanti l'uomo-anguilla, un individuo che pareva privo di ossa e che si moveva proprio come un'anguilla: Meo tentò di stringergli la mano, ma la mano del collega scivolò dalla sua … come un'anguilla.

Venne poscia avanti la donna con due teste che volle dare due baci, uno per bocca, al ragazzo, ma questo, poco lusingato, fece finta di non comprendere e si interessò all'uomo-pesce, il quale pareva un uomo come tutti gli altri, ma che non stava bene di salute se non viveva dentro l'acqua ... Meo seppe di poi che si trovava assai bene anche nel vino.

Fu quindi la volta dell'uomo-serpente, il quale si presentò a Meo avvoltolato come un gomitolo e tenendosi la testa coi piedi, lasciando supporre che avesse qualche grattacapo...

Poi si fece avanti l'uomo che aveva infisso un altro piccolo uomo nello stomaco.

- In verità - mormorò Meo - preferirei avere sullo stomaco un mattone.....

- lo faccio tutto coi piedi – disse poscia una voce stridula - per il semplice motivo che sono nata senza braccia.

- Allora noi ci rassomigliamo – disse Meo, - il maestro di Nonsodove mi dicea sempre che io scrivo coi piedi ...

 

 

         

 

 

In seguito si presentò la donna-colosso, la cui camicia poteva nascondere dieci donne comuni: Meo alzò il viso per guardarla e si accorse che gli occhi della donna-cannone mandavano giù copiose lagrime.

- Perchè piangete?- domandò Meo.

- Piango perchè rassomigliate come un ritratto al mio bambino che ora è morto - rispose la donna-cannone.

Meo cercò di fare il giro della donna­colosso, ma l'Americano lo consigliò a desistere dall'impresa perchè occorrevano tre giorni e tre notti.....

Le presentazioni seguitarono: Meo conobbe l'uomo-scheletro, il selvaggio che mangia la carne cruda, l'uomo con tre braccia, la donna elettrica, che al solo toccarla manda scintille, l'uomo dallo stomaco di cristallo, attraverso cui si può vedere l'interno, l'uomo-cifra che in pochi secondi ti calcola quanti capelli si trovano sulla testa di una donna e quanti pesci si trovano nel mare (Chi non ci crede vada a contarli …).

 

 

                                                 

 

 

Meo fece la personale conoscenza di altri rispettabili fenomeni viventi, come l'uomo che digiuna sempre e che per mangiare non deve mangiare; l'uomo che vola; la donna che cammina colla testa, l'uomo che solleva la donna­colosso coi denti, il ragazzo che pesa 120 chilogrammi, il nano che sta in una bottiglia, ecc. ecc.

Meo era sbalordito nel vedere riuniti tanti bellissimi esemplari della mostruosità umana, e si faceva in lui sempre più orribile il pensiero di dover passare la vita in mezzo a questi allegri colleghi ...

- Ed ora che conosci i compagni, vieni a mangiare - disse il Re dei Mostri. - Ho fatto preparare per te quanto di più squisito ho trovato sul mercato.

Ma per la prima volta in vita sua Meo non sentiva alle gengive il pizzicorino della fame. Quei cari colleghi gli avevano guastato l'appetito ed egli prevedeva che in quindici giorni di quella bella compagnia sarebbe diventato anche lui l' uomo-scheletro ...

 

 

                             

 

 

Invece di mangiare, Meo si andò a nascondere nella cameretta che gli avevano assegnato e si diede a piangere, tanto, che se l'avesse udito, perfino il selvaggio che mangia la carne cruda, si sarebbe commosso: e pianse tanto e così forte che la donna-colosso, sua vicina di camera, lo ebbe ad udire: e venne per vederlo: ma non potè entrare per la porta e dovette limitarsi ad allungare una mano e a tergere con un fazzoletto che pareva un lenzuolo le lagrime del ragazzo ... [ ….. ]