MORITATEN
arte per la strada
di Massimo J. MONACO
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Appesi al muro virtuale di una nostra pagina web, ci sono dipinti molto particolari. E' difficile definire queste opere senza considerare anche il motivo della loro realizzazione. Certo non sono realizzate per essere appese alla parete di una casa. Senz'altro meglio è il muro di una strada o di una piazza; queste opere infatti chiedono grandi spazi e per pubblico vogliono la folla.
Pur non mettendo confini al mio lavoro non dimentico di essere artista di spettacolo, di teatro e questi lavori nascono innanzitutto per una finalità spettacolare. Quelli che qui vedete, sono alcuni dei numerosi Moritaten che ho dipinto in questi anni; grandi teli su cui i Cantastorie dipingevano, o facevano dipingere, la drammatizzazione visiva delle storie cantate.
Quella dei Moritaten, è una tradizione molto antica riscontrabile in molte culture e in ambiti molto diversi, da quello religioso a quello laico, dal nobile al popolare. Arte da tempo dimenticata, l'ho ripresa con spirito moderno e trasformata per lo spettacolo. Superando l'idea della sola raffigurazione, ogni moritaten è anche animato, grazie a calamite, sovrapposizioni, tiranti e trucchi vari. Al momento i moritaten dipinti, sono tutti su tela e sono realizzati con stili e tecniche varie le cui origini si trovano nelle opere di artisti contemporanei: Klimt, Grosz, Dix, Derain per citarne alcuni.
Così come il cannibale divora il cuore e il cervello del nemico per acquisire forza e intelligenza, ho voluttuosamente cannibalizzato gli artisti che più amo, per sentirli ancora più vicini. Un'azione vorace, gioiosa e creativa.
Ogni moritaten realizzato è il risultato di un'idea da sperimentare e questo spiega anche, in parte, il perché della loro diversità. Attualmente sono allo studio moritaten sonori, meccanici e luminosi. Questo inviterà a inserire nell'opera elementi complessi e strutturali rendendola più "meccanica" e vicina a un'arte plastica e mobile; il gioco è ciò che cerco.
Dubito che l'arte sia invenzione; forse è copia unita all'analisi e alla riflessione (nel senso di pensiero ma anche dell'aggettivo speculare). Per quanto mi riguarda, negli anni ho compreso il legame che c'è tra i miei progetti/realizzazioni e le passioni: è grazie a queste che trovo i riferimenti e produco i risultati. Nel caso specifico, e cioè il processo di trasformazione della pittura statica in struttura mobile, meccanica, il riferimento è Jean Tinguely, artista che nel tempo ho seguito ed apprezzato.
BREVE VIAGGIO NELLA STORIA DEL MORITATEN
Moritat è una parola tedesca che definisce esattamente la canzone di cantastorie ovvero del Bänkelsänger che illustra con l'ausilio appunto dei moritaten, un misfatto o sciagura. Non è semplice definire la storia dei moritat e moritaten; essa è strettamente collegata al mondo dell'epica popolare.
Da una rapida ricerca, risulta che alcuni studiosi tedeschi collegano la nascita del moritat, all'avvento/nascita del "giornale" che datano 1508 ad Augsburg in Germania, dove l'arte delle stamperie iniziava a svilupparsi e a funzionare.
Sviluppatesi in tutto il sedicesimo secolo, le stamperie iniziano a produrre, su incarico delle municipalità, bandi e fogli informativi su accadimenti cittadini, sciagure, condanne pubbliche, roghi di streghe, impiccagioni; fogli che in alcune occasioni erano venduti o banditi al pubblico, anche dai Bänkelsänger (letteralmente cantimpanca).
All'inizio erano semplici stampe contenenti una descrizione del fatto e con impressi segni e sigilli cittadini, ma in seguito le stamperie iniziarono la produzione di fogli con immagini raffiguranti l'accadimento poi descritto.
Nel 1981 al München Stadtmuseum di Monaco di Baviera, visitando la grande esposizione Bänkelsang und Moritat, l'incisione più antica che ho potuto vedere, raffigurante un anonimo Bänkelsänger su una panca mentre indica al pubblico un moritaten alle spalle, era del 1620. Sempre nella stessa mostra, il moritat più antico che ho visto, è invece del 1572 e rappresenta, in una serie di cinque riquadri molto descrittivi, la storia di un assassinio, (l'atto criminale, la cattura del colpevole, il giudizio, la tortura pubblica e lo smembramento finale del cadavere). Sotto le immagini è riportata la storia.
Questi fogli, non erano stampati con un gusto di crudeltà o di perversione visiva, ma come insegnamento, additamento morale al pubblico: della serie il crimine non paga e il criminale deve soffrire. Uso la parola "morale" nel senso tedesco di "moralität" cioè di "allegoria"; è importante sottolineare questo aspetto delle composizioni letterarie e pittoriche dei Bänkelsänger.
A proposito di materiali antichi e quindi di datazioni, in un quadro di Alessandro Magnasco (Genova 1667/1749) detto il Lissandrino, - quadro di cui non ho data - è rappresentato, su uno sfondo oscuro di arcate murarie cadenti, un cantore con in mano una chitarra circondato da un pubblico popolare. Accanto a lui un tabernacolo con gli sportelli dipinti e all'interno una figura sacra; a lato una donna indica con un bastone le immagini di un moritaten appeso a un palo. Grazie a questo quadro si può affermare che nel tardo 1600 l'uso del telo dipinto, cartellone o moritaten, chiamiamolo come si preferisce, in Italia era già conosciuta. Sono comunque convinto che la datazione sull'origine e l'uso del moritaten si possa spingere molto più indietro. Questa è una ricerca che conduco da molto tempo e seppure il materiale di studio è scarso, interessanti sono le informazioni che lentamente riesco a raccogliere nei modi più inaspettati. Per esempio, dati utili li sto ricavando dallo studio della storia dei rotoli liturgici illustrati dell'Exultet, usati intorno al X secolo nell'area beneventana. Questi rotoli permettevano una doppia fruizione: da una parte del foglio erano disegnate delle figure in sequenze narrative, mentre in senso inverso vi era lo scritto; in questo modo mentre l'officiante svolgendo il rotolo e seguendo il lato scritto, recitava e cantava la vita del Cristo, il pubblico dall'altra parte poteva seguirne visivamente la storia.
In Germania l'ultimo riconosciuto pittore di moritaten fu Adam Hölbin (1855/1929) che possedeva una vera e propria bottega a Holstein. Hölbin, che fu anche illustratore di cartelloni pubblicitari, decoratore di panorami e pittore di giostre, produsse in particolare per gli Schaaf di Dresda, una nota famiglia di Bänkelsänger che poi cedettero i propri moritaten al cantastorie Ernst Becker che mi risulta attivo fino alla fine degli anni '60.
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