PER STRADE E PIAZZE COME UNA VOLTA A RACCONTAR NATALE
di Massimo J. MONACO
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Chissà se è ancora il tempo per andare a cantare e raccontare Natale per le strade? Questa è la domanda che mi sono posto prima di decidere per la realizzazione di uno spettacolo natalizio da effettuare appunto in strade e piazze. Naturalmente ci sono stati dubbi e ci sono stati pro e contro. Da una parte mi sono posto il problema dei possibili fraintendimenti culturali e delle facili liquidazioni occasionali e folkloriche e dall'altra mi sono chiesto come sarà il pubblico e se questo pubblico sarà troppo infreddolito e frettoloso per incantarsi davanti al mio recitar cantare. La risposta ad entrambe le domande poteva arrivare solo provandoci e quindi ottimista come sempre, ho deciso di provarci. In fondo il Natale è una gigantesca rappresentazione nella quale siamo tutti in un qualche modo coinvolti. Ecco quindi un Natale con un po' di teatro in più, teatro dal semplice ma forte sapore popolare, oggetto di curiosità, al minimo, o di ricerca di un passato arcaico e rurale, di una poesia ormai rimossa dal vivere rapido e rumoroso di quest'epoca inquieta. Una proposta per un Natale in sostanza inedito, la cui eco però giunge da tempi remoti e forse dimenticati. Questo lo farà apparire del tutto nuovo per moltissimi degli spettatori che speriamo d'incontrare durante le rappresentazioni. Insomma un Natale teatrale sì, ma non chiassoso o sfacciatamente spettacolare. Chiamiamola un'occasione per sostare ed essere vicini, in una festa che unisce, cattolici o laici che siano: Natale è per tutti. D'altra parte la mia attenzione nei confronti di forme spettacolari collegate alla tradizione popolare è pluriennale è in molte occasioni il pubblico l'ho incontrato fuori dei teatri, nelle piazze e nelle strade. “ Dunque quest'anno vorrei essere tra voi ... a raccontar Natale", proponendo una breve rappresentazione che nasce per gli stimoli magici e spettacolari che suscitano in me i racconti storici delle peripezie del "Bambinello". "... Quando apparve sulla strada il cantore del Natale. Era proprio come lo ricordavo. Certo non poteva essere lo stesso uomo della mia infanzia. Era un altro, ma sempre lui". Così, tra l'attesa di un deja-vu e il rinnovarsi di un magico stupore è descritto in una cronaca della fine degli anni '50, il tradizionale arrivo in paese di un suonatore cantore ambulante. Mi piace. E' con questo spirito che volevo ripercorrere le strade per incontrare un pubblico sempre nuovo che attende una storia sempre antica.
LA MEMORIA DELLE ORIGINI
Illuminante, per chi ama il teatro, è la storia di questo genere di rappresentazioni. Intorno alla meta del IX secolo, fra quella cultura europea che era tutta chiesa, teologia o liturgia, accadde un fatto nuovo. Un musico poeta, il cui nome non c'è giunto, introdusse nel testo tradizionale dell'Ufficio Notturno della Pasqua una variante lirico drammatica di non più di tre righe, nelle quali molti studiosi riconoscono il primo esempio di una Sacra Rappresentazione. L'innovazione era materialmente poca cosa: nel testo liturgico solitamente cantato, un Angelo si rivolgeva direttamente al Coro con un'affermazione domanda che causava la necessità di una risposta. Poco, ma sufficiente per contenere tutte le condizioni necessarie per lo sviluppo di un "dramma regolare". Da qui germinerà quella forma di Sacra Rappresentazione laica, espressa in volgare, che fu molto vitale nei secoli successivi. Essa prenderà forza anche da altre forme teatrali profane (farse giullaresche e ballate drammatiche), alle quali non avrà alcun timore di far riferimento, sviluppandosi in autonomia, se non in contrasto, dal Dramma Liturgico. Ad esempio nella Sacra Rappresentazione fiorentina del XV secolo, ormai pienamente sviluppata, è l'elemento narrativo - letterario a prevalere. La sua forma teatrale acquista un andamento tipicamente romanzesco e agli episodi della vita del Cristo si sovrappongono storie dell'Antico Testamento, meravigliose Vite dei Santi, leggende popolari e persino fiabe. Avviene che diminuendo l'ispirazione religiosa si accentua il carattere puramente teatrale della Rappresentazione, ormai Sacra solo per definizione.
LA STORIA CONTINUA
E' dunque sulla base di letture, di racconti orali e attingendo da rappresentazioni profane del XV secolo che nasce questo spettacolo ambulante che, nella sua semplice struttura scenica, può essere effettuato dappertutto. D'altra parte oggi non esistono riferimenti a questa forma teatrale, quindi questo lavoro, nella sua semplicità acquista anche il sapore di una riscoperta del genere. In questa "Storia Bellissima di Natale" mi sono riservato un ampio margine di libertà espressiva aumentando i riferimenti, le contaminazioni e gli ingredienti. Così nella narrazione ho inserito detti e proverbi, fatti e personaggi derivati anche dalla poetica popolare, come i "contrasti tra angelo e diavolo", tra i materiali ecco apparire il grande cartellone - presepe montato a vista, cardine intorno al quale tutto ruota. Poi i burattini e la musica dal vivo con l'inseparabile organo di Barberia, la cui sonorità evoca chiaramente lo spirito dell'epoca cui lo spettacolo si richiama. In definitiva ho cercato di rispettare la prima regola di queste arcaiche forme di rappresentazione popolare: unire in piena coscienza il sacro e il profano, nella volontà di incantare stupire e divertire alla luce del più magico dei racconti: il Natale.
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