RADIO BONANGA VA IN GIRO A PIEDI

 

di Luigi COLOMBO

 

( da “ il manifesto “ – ottobre 2006 )

 

 

 

 

In un villaggio sperduto del Congo, privo di acqua, elettricità e strade, Soka Ilonga gira tutto il giorno gridando notizie nel megafono.
E
ora la sua apprezzata «radio» vuol crescere.

 

E’ ancora buio. Una luna gelosa non lascia spazio al sorgere del sole. Soka IIonga Myama Guy però è già sveglio, come buona parte degli abitanti di Boende, un villaggio rurale nella regione dell'Equateur, in Congo. Ad attenderlo, fedele compagno di questi anni, un vecchio e malridotto megafono. All'alba, Radio communautaire Bonanga apre i battenti.

Un tempo deriso e beffeggiato per la sua bizzarra iniziativa, oggi IIonga si è solidamente contrapposto alle deboli radio nazionali, diventando una fonte di informazione locale, affidabile e neutra. II suo lavoro è una costante tabella di marcia: in media percorre a piedi fra i trenta e i quaranta chilometri al giorno per informare la popolazione sugli ultimi avvenimenti.

A Boende, è bastata una voce squillante e l'amplificazione di un megafono per far germogliare un nuovo seme nell'arido terreno del pluralismo dell'informazione.

Un tassello importante nel delicato mosaico che vede la Repubblica democratica del Congo (ex Zaire) impegnata a costruire qualcosa che somigli a una nuova democrazia e aiuti a metter fine a un lungo e sanguinoso periodo di guerra. In questo nuovo processo la data del 30 giugno scorso è diventata storica per i congolesi: dopo quarantasei anni si sono finalmente svolte le prime elezioni libere del paese. Le Nazioni unite e l'Unione europea - con l'apporto di molte Ong - hanno seguito da vicino lo sviluppo di questo processo elettorale con l'invio di un nutrito gruppo di osservatori internazionali.

Fra questi, Lorenzo Scirocco, ven­tisettenne napoletano, arrivato nel villaggio di Boende per conto dell' Ong Asi (Associazione solidarietà internazionale) di Samo, in provincia di Salerno. «Durante la seconda guerra congolese (dal 1998 in poi) Boende ha subito una serie di razzie e di uccisioni da parte delle truppe mandesi sconfinate fin qui - racconta Scirocco. E le strade ben fatte e la corrente elettrica che un tempo esistevano sono venute meno fino a diventare solo uno sbiadito ricordo. Non c'è acqua corrente e bisogna spostarsi ogni giorno di tre chilometri per raggiungere la più vicina sorgente d'acqua». I mezzi d'informazione sono pressoché inesistenti: data la mancanza di elettricità i cellulari sono rarissimi (occorre andare a ricaricarli altrove), oltre che appannaggio della classe alta ed acculturata; non c'è televisione e figurarsi Internet. Dato il forte analfabetismo (circa il 90% della popolazione non sa leggere e scrivere) e il prezzo elevatissimo, non vengono distribuiti giornali. La radio, invece, è molto diffusa.

«Nel territorio di Boende - spiega Lorenzo Scirocco - è possibile sintonizzarsi su due stazioni radio, entrambe nazionali: Radio Populaire, legata al partito Mlc e la Radio Okapi, legata alla missione delle Nazioni Unite, Monuc. Queste due emittenti costituiscono il duopolio dell'informazione e offrono pochissima informazione locale». E' proprio per combattere questa difficile situazione che circa cinque anni fa il signor Soka IIonga Myama Guy ha fondato Radio Communautaire Bonanga. Dopo una vita trascorsa in giro per il Congo come musicista, oggi quest'uomo - padre di 16 bambini e marito di cinque mogli - ha deciso di tornare nel suo villaggio e dedicare la sua vita alla comunità. Proveniente da una famiglia di shamani benevoli, un giorno si è recato nella foresta e «ispirato» dai suoi antenati ha trovato il modo di rendersi utile. Nel periodo della guerra aveva già avuto esperienze con i mezzi di informazione, diventando un informatore radio per l'esercito congolese e poi accreditandosi come giornalista.

 

A Boende è impossibile pensare a una stazione radio vera e propria, con transistor, frequenze, altoparlanti. «Ogni giorno il Signor Ilonga percorre decine di km a piedi informando villaggi che, altrimenti, sarebbero ancora più tagliati fuori dal resto del mondo - dice l'osservatore dell'Asi. Attualmente la radio si serve di dodici giornalisti che informano costantemente via sms il presidente-fondatore. La ragion d'essere di Radio Bonanga sta proprio nella sua 'mobilità', nel fatto di non avere un ufficio di diffusione delle informazioni. Una radio divenuta fondamentale per la comunità di quel territorio».

«Bonanga» in lingala, la lingua parlata nella regione, vuol dire «della comunità». La Rcb si pone intrinsecamente come «radio comunitaria della comunità», marcando ulteriormente e con forza estrema il suo legame col territorio di Boende, l'inscindibile nesso fra la sua esistenza e quella dell' area dove opera. Ilonga ha occupato uno spazio nella vita quotidiana di Boende e dei suoi dintorni. La gente del posto chiede di lui, si incuriosisce se non riceve le sue notizie, pretende la sua azione informativa, dà peso e totale fiducia alle sue informazioni, ritenendole più verosimili di quelle radiofoniche eventualmente discordanti. Ed è stato sempre lui - sostituendosi alle istituzioni - a sensibilizzare la popolazione sull'importanza del voto. «Il signor Ilonga - racconta ancora Scirocco - ha preso parte attiva alle elezioni. In Congo non si votava da 40 anni; la gente non sapeva come votare. Ilonga ha impugnato il suo megafono e ha cercato di trasmettere alla popolazione l'importanza di un voto cosciente, informato, libero, personale e segreto».

Ilonga oggi chiede un aiuto per portare avanti la sua missione. Vuole formare una vera redazione. Ha chiesto tre nuovi megafoni, centoventi pile ricaricabili, quattro biciclette per uno spostamento più rapido ed un pannello solare per ricaricare le pile. L' Ong di Sarno ha già pronto il progetto, per un totale di 1.270 dollari.

Contribuire al pluralismo informativo di Boende è possibile contattando direttamente l'Asi:

(www.asi-online.it- info@asi-online.it – tel/fax. 081-5136411).