SENTI  LE  RANE  CHE  CANTANO

 

di Franco CASTELLI, Emilio JONA, Alberto LOVATTO

 

DONZELLI  EDITORE

 

 

 

 

Il lavoro delle mondine nelle risaie padane ha sempre esercitato un fascino particolare sul nostro immaginario popolare, che ha trovato talvolta espressione nella letteratura e nel cinema - tutti ricordano, ad esempio, la Silvana Mangano di Riso amaro.

Mai prima d'ora, però, si era tentato di ricostruire in modo sistematico una storia del canto di risaia, cui pure si deve tanta parte di quel fascino. Ci hanno pensato gli autori di questo corposo volume - nato dalle ricerche sul campo condotte da Emilio Jona e Sergio Liberovici negli anni sessanta-settanta - che accanto alle fonti, presentate sul cd-audio allegato, ci offre un quadro organico dei contesti, dei percorsi e degli esiti di quel patrimonio espressivo.

Scopriamo così che proprio le specifiche condizioni della monda danno forma a un corpus che ha caratteristiche del tutto diverse da altri repertori come quello del canto urbano e di fabbrica. La funzione del canto di monda è infatti quella di accompagnare, alleviare e ritmare il tempo del lavoro come pure i tempi della siesta e del pasto. È un repertorio assai composito, che va dal canto contadino al coro alpino, dalla canzonetta di consumo all'inno anarchico e socialista, e che via via alterna la licenziosità alla politica, l'evasione all'anticlericalismo, i ritmi militari alle ninne nanne.

Un tesoro dell'oralità popolare che dopo anni di ricerche si offre per la prima volta a lettori e studiosi.

 

 

 

Quaranta giorni si dorme in paglia

quella canaglia la mi fa morir

E tra le pulci e le zanzare

nemmeno un' ora si può dormir

 

 

 

 

Alla mattina una pagnotta

due volte al giorno riso e fasoi

che poi ci danno trecento lire

son guadagnate sangue e sudor

 

 

 

 

Alla mattina alle ore quattro

il comandante venne a chiamar

avanti o figlie andiam nel riso

che tutto il giorno ci fan trottar.

 

 

 

 

Saluteremo il signor padrone
per il male che ci ha fatto
che ci ha sempre maltrattato
fino all'ultimo momen.

 

 

 

 

Da ber ci dan dell'acqua
da mangiar ci dan del ris
se la continua ancora
ci tocca da morir.

 

Se otto ore vi sembran poche
provate voi a lavorar
e proverete la differenza
di lavorare e di comandar.

 

 

Quando saremo là sul treno
chiuderemo gli sportelli
grideremo addio Vercelli
a casa nostra vogliamo andar.

 

 

 

 

 

 

Sento le rane che cantano
che gusto o che piacere
lasciare la risaia
tornare al mio paese...