SULLE PIAZZE
Testimonianza di PIAZZA Marino
( da “ Il Cantastorie ” – rivista di folklore e tradizioni popolari - n° 17, marzo 1969 )
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Eravamo nel 1925 quando cominciai a girare per le piazze, nei mercati e nelle fiere a vendere le mie Zirudelle in dialetto bolognese: avevo appena 16 anni essendo nato a Bazzano il 31 – 3 – 1909 .
Così giravo vendendo nei giorni di mercato le mie Zirudelle: avevo in tasca uno zufolo di canna fatto da me che facevo sentire qualche po’ di musica di mia creazione, siccome la gente gradiva volentieri il buon umore e l’ allegria che io portavo con le mie storielle . In poco tempo riuscii a comprarmi una bicicletta con il porta pacchi e così cominciai a caricare anche qualche canzoniere così il guadagno aumentava. Comprai un clarino usato e cominciai a studiare la musica. Comprai una vecchia fisarmonica per il fratello Piero che in poco tempo imparò qualche suonata e così lo presi con me nei mercati formando un concertino: con fisarmonica e clarino. A quei tempi la gente era felice di ascoltare la musica nei mercati, nelle fiere, a sentire le belle canzoni e i fatti di sangue, le tragedie d’ amore, le stornellate e le barzellette: si cominciava a cantare alla mattina alle 8 e si andava avanti fino a mezzanotte: anche alla grande Fiera di Pesaro del 10 settembre si cantava tutto il giorno senza mangiare dalla gran gente che volevano sentire le Storie.
Siccome mio fratello Piero era diventato un bravo fisarmonicista, un impresario di riviste teatrali me l’ ha portato via . Io sono rimasto solo, allora ho trovato un cantastorie disoccupato, un certo Bobi: questo Bobi è un buffone di circo equestre, suona la batteria, la chitarra e la fisarmonica . Da giovane è scappato da casa per andare a suonare e vendere le canzonette nei mercati e nelle fiere.
Quando ci siamo messi insieme a cantare le storie è scoppiata la guerra: con la ristrettezza della benzina abbiamo dovuto vendere la motocicletta e abbiamo fatto l’ abbonamento ferroviario. Alla mattina presto partenza dalla stazione centrale di Bologna. Io che portavo le valigie con la stampa ero sempre il primo ad arrivare ma Bobi tante mattine mi faceva aspettare … io cominciavo a chiamare “ Bobi ! Bobi ! “, ma i treni partivano e Bobi non arrivava … Allora io andavo all’ albergo dove lui dormiva… il portiere mi diceva: “ Bobi è ancora a letto: vada al n° 18 “ … bussavo, entravo, lui tranquillo era ancora in letto.
Quando Bobi scappò via da me, si accompagnò con una donna di Torino che spiegava bene “ i fatti “ e vendeva i canzonieri cantando con una bella voce. Io allora mi accompagnai con Scandellari Antonio di Crevalcore e suo figlio Emilio che suonava bene la fisarmonica e cantava i fatti tragici e raccontava barzellette.
Emilio aveva la millecento con microfono, altoparlante e amplificatore quindi si faceva spettacolo in piazza . Tonino Scandellari che cantava molto bene si faceva delle belle fiere . Tutta la gente, appena ci vedeva arrivare sulla piazza, ci circondava e voleva sentire le belle variazioni di fisarmonica che faceva Emilio.
Bobi De Antiquis Piazza Marino
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UN ANTICO COMPONIMENTO POPOLARE LA ZIRUDELLA
di Fausto CARPANI
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A questo punto, però, giova spiegare cos’è esattamente la zirudella. È un componimento scherzoso in dialetto e veniva declamato in particolari occasioni quali nozze e pranzi campagnoli. Poi l’utilizzo si allargò a lauree, compleanni e altri eventi che comunque prevedevano un lauto pranzo, durante il quale il zirudellaio rivolgeva ai festeggiati il suo indirizzo poetico. L’origine è sicuramente antica e la declamazione era cantilenata con accompagnamento musicale in quartine di versi ottonari a rima baciata, che si concludevano invariabilmente con le parole “Tòc e dâi la zirudèla” oppure “Tícc e tacc la zirudèla”. Dall’800 in poi si è gradualmente perduta questa forma ripetitiva insieme all’accompagnamento musicale e la zirudella è divenuta semplicemente un componimento in rima da declamare, magari facendo riferimento a fatti del giorno. In ciò furono maestri due personaggi quali Giuseppe Ragni, il re degli imbonitori della Piazzola (1) e l’indimenticato Piazza Marino, poeta contadino, come egli si definiva (2).
Sull’origine della parola zirudèla si fanno alcune ipotesi. Il musicologo Francesco Balilla Pratella ritiene che come antenata della zirudella vi siano stati i motivi circolari appartenenti alla famiglia delle rotae, dei rondelli e dei rondò medievali che venivano suonati con l’organistrum, da cui poi sarebbe derivata la ghironda. Ci troviamo quindi di fronte ad un qualcosa legato a tali antichi motivi che richiamano in qualche modo la circolarità e tale ipotesi è accettata anche dall’Ungarelli che esemplifica così la metamorfosi del nome: gironda (ghironda), girondella, zirondella, zirodella, zirudèla.
(1) Giuseppe Ragni (S.Lazzaro di Savena, 1867 - Bologna, 1919) è stato il vero, autentico re dei venditori ambulanti. Dotato di grande comunicativa, era in grado di piazzare qualsiasi tipo di merce: quando aveva esaurito le proprie scorte prestava la sua abilità ai colleghi che invece stentavano a far giornata. Si presentava nelle piazze inalberando un cappello a cilindro sul quale faceva bella mostra una saracca con in bocca un biglietto da cento lire: rappresentavano la povertà e la ricchezza. La sua attività di venditore ambulante, che per anni lo trovò presente nei mercati della provincia, gli permise di raggiungere una certa agiatezza. Ebbe per un certo periodo come apprendista un altro personaggio che, caratterizzandosi diversamente, sarebbe poi divenuto un altro grande della Piazzola: Oreste Biavati. Scrisse centinaia di zirudelle che poi vendeva in fogli volanti al pubblico che assisteva divertito alle sue concioni. In anni recenti il figlio Enrico, in collaborazione con Odette Righi Boi, ha dato alle stampe due volumi in cui ha raccolto aneddoti, zirudelle e ricordi del padre.
(2) Piazza Marino (Bazzano, 1909 - Bologna 1993) Fu l’erede di Ragni, alla cui comunicativa aggiunse l’estro musicale, suonando alternativamente il clarino e l’ocarina. Si presentava in formazione di cui fecero parte Bobi (Vincenzo Magnifico), Lorenzo De Antiquis, Carlino e altri, con i quali improvvisava concertini che alternava alla declamazione di zirudelle su argomenti di attualità (veri o presunti tradimenti coniugali, fatti truculenti, eventi politici ecc.). In una di queste composizioni, puntualmente stampate e vendute al pubblico nei fogli volanti, raccontava di una ragazza scomparsa, la cui affannosa ricerca da parte dei famigliari si snoda in un percorso che tocca 68 borgate e paesi, tra i quali anche Gaggio Montano. L’eredità di Piazza Marino è stata raccolta dal figlio Giuliano, musicista, che senza essere un ambulante come il padre, di tanto in tanto ama intrattenere il pubblico con le composizioni paterne. Una precisazione per tacitare i puristi: Piazza Marino aveva il vezzo di anteporre al nome il cognome (per far rima con “poeta contadino”). Ho voluto rispettare questa sua consuetudine e, comunque, tra gli addetti ai lavori non sentirete mai nominare “ Marino Piazza... ”.
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IL PRIMO UOMO SULLA LUNA
di PIAZZA Marino
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Zirudela che fortuna il primo uomo sulla Luna Dap a tant esperiment nello spazio i muviment
il rend-Vuu frà le astronavi con scafandri caschi e cavi apparecchio (Ragno) a otto zampe per atterrare all'istante.
Vi ricordate la cagnina quando partì quella mattina sola sola sullo Sputnik il suo cuore faceva «Tik tik “...
quando fu al giusto momento la fra le stelle e il firmamento nello spazio fu lanciata sulla terra non è più tornata
sarà forse giunta a Marte Venere Giove od altra parte è sicura all 'altro mondo e mai più vedrem qui in fondo.
Molti si son già prenotati son decisi e preparati giovani spose e beli ragazi per camminare negli spazi...
L'è una gran consolazione per tutta la popolazione perché ora sulla terra non faran mai più la guerra.
Guerra rivoluzione e disastri la faranno la su gli Astri la vittoria sarà completa coll'invasione dei grandi Pianeta.
Sulla Luna la Televisione ci farà veder la Popolazione per radio li faran parlare cosi sentiremo la lingua Lunare
per i giovani sarà una fortuna sposare una donna sulla Luna una Marziana una Lunatica o una Venere sempatica
la sò la donna è molto bella toch e dai la zirudella ...
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