TRATTATO DI FUNAMBOLISMO

 

di Philippe PETIT

 

( PONTE ALLE GRAZIE EDITORE )

 

 

 

 

Philippe Petit è un funambolo di fama mondiale, che ha attraversato su un filo la distanza tra le guglie di Notre-Dame, tra le Torri gemelle del World Trade Center, tra altissimi picchi alpini e tra sponde di pericolose cascate.

In questo libro Petit ha raccolto l’essenza del funambolismo, un’arte sottile, effimera e ineffabile come l’arte di vivere: l'uomo che sa camminare sulla corda, cammina anche sulla corda metaforica tesa sulle difficoltà quotidiane della vita. Per questo il Trattato di funambolismo è risultato fatalmente un libro sulla vita, poetico e filosofico, ed è subito diventato un caso letterario che ha affascinato artisti e intellettuali di tutto il mondo.

 

 

 

 

«Ecco un libro di consigli per quelli che, un giorno, oseranno l'impossibile: camminare diritti incontro al cielo e raggiungere le stelle.

Esso mostra l’arte di colmare e illuminare il Vuoto, un vuoto tra due torri, due orli di precipizio, due pianeti, o lo spazio fra il cuore e lo spirito. Un filo collega ciò che sarebbe rimasto separato per sempre nella solitudine.

 

«Fa' attenzione», mi disse un giorno un vecchio indio della foresta vergine dell’Amazzonia, mentre stavo toccando un cavo d’acciaio che sopportava una tensione estrema, «non far male al cavo, la sua anima è tenera».

Un cavo canta, traspira, erutta e, prima di spezzarsi, geme soffrendo; se lo si tocca si può udirne il pianto. E quando si spezza esala del fumo, i trefoli incandescenti si arroventano di collera. So di cosa sto parlando, ho issato una nave su una montagna; so che in questo libro è tutto vero.

 

 

 

 

Ecco un libro sulla paura e la solitudine, un libro sul sogno e la poesia, sulle altezze crudeli e le nobili audacie, sull’equilibrio maestoso e l'immobilità d'un altro mondo, sulla caduta e la morte. Esso evoca un’estasi che sonnecchia nel profondo di ciascuno, uno stato interiore magnifico, come una luce nascosta.

Ti rendo omaggio, Philippe, Uomo Fragile del Filo. Imperatore dell’Aria. Come Fitzcarraldo, sei tanto raro e prodigioso che più non si potrebbe: un Conquistador dell'Inutile. E m'inchino con rispetto profondo».

 

Werner  Herzog